La strada più vantaggiosa per combattere il surriscaldamento? Le fonti di energia rinnovabili

La soluzione più vantaggiosa per combattere il surriscaldamento? Le energie rinnovabili! Ebbene sì, uno studio internazionale ha messo a confronto l’investimento necessario per la realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici, con quello richiesto per realizzare nuove tecniche di «cattura» della CO2, e a trionfare sono state le rinnovabili.

Lo studio realizzato da diverse università, come Lancaster, Khalifa, Clemson, UiT, The Artic University of Norway e Firenze, che ha condotto ad un unico risultato: passare alle energie rinnovabili è il sistema più efficace. Il team ha infatti comparato il costo energetico richiesto per lo sviluppo di impianti che sfruttino  vento e sole per produrre energia contro il costo da sostenere per sviluppare nuovi sistemi di «cattura» di CO2 applicati alle centrali elettriche a combustibili fossili, come gas e carbone.

«Lo studio – spiega Ugo Bardi, docente di chimica fisica dell’Università di Firenze, che ha fatto parte del team di ricercatori – è partito dalla ricerca della maggior convenienza, per rispondere all’emergenza climatica che stiamo vivendo, tra la riduzione delle emissioni degli impianti tradizionali, o la produzione di energia con tecnologie pulite e rinnovabili. Quest’ultima è sicuramente la risposta più giusta. La cattura e lo stoccaggio del carbonio per le centrali elettriche a combustibili fossili richiedono infatti costi molto alti. Vi sono allo studio modelli che per esempio prevedono di incamerare il carbonio che emettono le centrali elettriche a carbone e gas seppellendolo sotto terra per impedire che vada nell’atmosfera. Ma si tratta di una tecnologia che non è mai stata sperimentata su larga scala e probabilmente non risolutiva: “dome nascondere il problema sotto il tappeto”».

Nello studio comparativo è stato calcolato in varie centrali a combustibili fossili, a gas e carbone, il rendimento energetico in relazione all’energia investita per tecnologie di cattura del carbonio. Il sistema utilizzato chiamato «ciclo di vita», considera i costi energetici in tutte le fasi: la costruzione dell’impianto, la gestione , manutenzione e la demolizione a fine vita. Questi costi sono stati messi a confronto con il ritorno degli investimenti in sistemi di energia rinnovabile, fotovoltaico ed eolico in primis, per i quali sono state considerate diverse variabili, legate al costo di produzione e di manutenzione, ma anche le caratteristiche dei luoghi in cui tali impianti sono installati. In ogni caso risulta più vantaggioso l’investimento in sistemi a energia rinnovabile rispetto al costo energetico da sostenere per la costruzione di nuove centrali elettriche a combustibili fossili con cattura del carbonio.